Roma, 25 settembre: Il popolo di chi non ha voce
Arrivano un po’ per volta, a piccoli gruppi, a volte da soli.
Escono dalla metro, si guardano intorno, cercano facce conosciute, si ritrovano, si abbracciano, fanno il giro degli striscioni, scattano foto.
L’atmosfera è serena, piena di grinta e determinazione, allegra nonostante l’orrore della vivisezione che portano dipinto sui loro manifesti, allegra perché sono in tanti, colorati, arrabbiati, felici di esserci.
Questo è il popolo di chi non ha voce.
Sabato 25 settembre, tantissimi giovani ma anche tante persone grandi, hanno sfilato insieme per le vie di Roma e di altre città d’Italia, con le loro grida e i loro fischietti, con l’irrefrenabile voglia di farsi sentire il più possibile e, per una volta (ma non sarà l’ultima), dare voce a chi non ce l’ha.
Non capita spesso che una manifestazione animalista richiami tanta gente e questo deve essere un segnale importante per chi sta al Governo.
Anche se quasi tutti i mezzi d’informazione hanno preferito girare la testa dall’altra parte, l’adesione di massa a questo evento dimostra che ormai si è aperta una crepa nel muro dell’indifferenza generale e il compito di allargarla spetta a noi.
A noi, il popolo di chi non ha voce, spetta il compito di continuare a gridare al posto loro.
Chi si aspettava violenza e confusione è rimasto deluso.
Chi si aspettava atti vandalici e slogan politici è rimasto deluso.
Chi si aspetta che finisca qui… rimarrà deluso!
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