Green Hill… gara di solidarietà o voglia di esibire un trofeo?
Finalmente si sono aperte le porte di Green Hill e si sta procedendo all’affido dei 2.500 beagle detenuti lì dentro.
Mi è capitato di sentire diverse polemiche sul fatto che molte persone avrebbero fatto richiesta per aggiudicarsi uno dei famosi bracchetti mentre nei canili nostrani languono migliaia di cani che non aspettano altro di essere adottati.
Io credo che salvare la vita di un cane destinato a morte certa sia meritevole da qualunque buco nero lo si tiri fuoril!
Se si crede nel valore di una vita, nell’importanza del salvare la vita ad un animale non importa da dove lo prendi.
Vorrei aggiungere che tra i cani di Green Hill non ci sono solo cuccioli ma anche moltissimi adulti, che non hanno mai poggiato una zampa sulla terra, che non riescono a camminare per quanto hanno vissuto in gabbia, che si immobilizzano appena li tocchi, femmine con le mammelle che strisciano a terra per quanto hanno allattato.
A Green Hill non ci sono i bei beagle da copertina che si vedono sui quaderni di Anne Geddes o che si vendono negli allevamenti, a Green Hill ci sono i beagle di una razza selezionata apposta per le caratteristiche fisiche dei beagle ma non certo per la loro bellezza, si chiamano Beagle Marshall, dal nome del grande allevamento americano che alleva beagle solo per venderli ai laboratori di vivisezione.
Sicuramente qualcuno che vuole solo avere il suo quarto d’ora di notorietà per avere in casa un beagle di Greeh Hill ci sarà ma la maggior parte delle persone che prendono uno di questi beagle non lo fanno certo per esibirlo e vi assicuro che la stretta al cuore che si sente quando li guardi in quegli occhi tristi, gli occhi di chi non ha mai conosciuto una carezza fatta per amore è la stessa che provi davanti ad un cane preso in canile.
Una vita salvata ha lo stesso valore da qualunque parte la guardi.
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